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Nato come strumento di emancipazione, oggi fa la differenza in molti contesti diversi.
Micro + credito. Come dice il nome, si tratta della concessione di credito a individui o a soggetti che portano avanti attività di tipo imprenditoriale ma che non rientrano nella categoria delle società di capitali e non possono offrire garanzie.
Per esteso, viene anche definito come «credito di piccolo ammontare finalizzato all'avvio di un'attività imprenditoriale o per far fronte a spese d'emergenza, nei confronti di soggetti vulnerabili dal punto di vista sociale ed economico, che generalmente sono esclusi dal settore finanziario formale».
Queste caratteristiche ne fanno uno strumento molto impiegato nei programmi di emancipazione femminile, nei programmi a sostegno di vittime della violenza o che vivono in Paesi in via di sviluppo e di tutte quelle persone che, trovandosi in condizione di povertà e fragilità, sarebbero facile preda degli usurai.
Per il suo valore sociale e inclusivo, è come se il microcredito fosse una sorta di prestito d’onore.
Un aiuto concreto per i nuovi poveri…
Negli ultimi anni anche nelle economie avanzate il microcredito viene impiegato sempre più spesso per sostenere i “nuovi poveri”, cioè non solo coloro che nei paesi sviluppati vivono sulla soglia della sussistenza o al di sotto di essa e che possono trovarsi in gravi difficoltà di fronte a spese improvvise anche di piccola entità, ma soprattutto per la piccola impresa e gli artigiani.
…e anche per chi studia
Il microcredito è utilizzato anche per l’avvio e il sostegno di attività economiche (oltre il 20% dei programmi promossi in Italia nel 2006 con una probabilità di restituzione del credito relativamente alta), definibile come "lotta all'esclusione finanziaria" sostegno durante gli studi universitari (9,5% dei programmi promossi in Italia nel 2006).
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