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3 domande a Marco Reggio Direttore della Fondazione Tertio Millennio partener del gruppo BCC Iccrea per l’Educazione Finanziaria.

In un panorama economico in continua evoluzione, la Fondazione del Credito Cooperativo Tertio Millennio ETS si conferma un pilastro fondamentale per il sistema del Credito Cooperativo, promuovendo iniziative di grande impatto sociale. Nata nel 2000, la fondazione ha saputo adattarsi ai cambiamenti, acquisendo la qualifica di ente del terzo settore e rafforzando il suo legame con i valori fondanti della cooperazione di credito.
Tra i suoi progetti più innovativi, spicca l'impegno per l'educazione finanziaria, un tema sempre più cruciale per le nuove generazioni. La fondazione non si limita a divulgare nozioni, ma propone un approccio unico, che punta a formare cittadini consapevoli e responsabili.
Abbiamo avuto l'opportunità di approfondire questi temi con Marco Reggio, direttore della fondazione, per comprendere meglio la sua nuova identità e l'impatto dei suoi programmi educativi, come "Finanza Epica!", un percorso che ha già raggiunto migliaia di studenti.
La nuova denominazione della fondazione da lei diretta è Fondazione del Credito Cooperativo Tertio Millennio ETS Ente Filantropico, cosa è cambiato rispetto a prima?
E’ una denominazione che vuole sottolineare l’appartenenza della Fondazione, nel momento in cui ha acquisito la qualifica di ente del terzo settore, al più grande sistema del Credito Cooperativo.
Nata nel 2000 come Onlus, su iniziativa di alcuni soci fondatori coordinati da Federcasse, tra i quali Iccrea, la Fondazione si è posta da subito l’obiettivo di catalizzare risorse per definire progetti solidali di ampio respiro. Iniziative di sistema anche sul terreno della solidarietà altrimenti irrealizzabili dalle singole BCC. Oggi, con la nascita dei gruppi bancari cooperativi e dell’IPS Raiffeisen, un organismo come la Fondazione, che si richiama ai valori fondanti del credito cooperativo, vuole essere anche un “bene comune di sistema”, un luogo nel quale ci si possa ritrovare per mettere a buon fine – attraverso progetti che hanno un impatto davvero rilevante – strumenti non strettamente bancari per promuovere la crescita dei territori, non solo in Italia.
Uno dei progetti di spicco della Fondazione è quello che riguarda l’educazione finanziaria, ci spiega in cosa consiste?
L’educazione finanziaria, anche se non esplicitata con questa denominazione, è “dentro” gli Statuti delle nostre banche di comunità. L’Articolo 2 degli Statuti parla difatti del ruolo delle BCC di promuovere anche l’educazione al risparmio ed alla previdenza e più in generale all’uso responsabile del denaro. Partendo da questo, la Fondazione ha ideato un percorso originale di educazione finanziaria cooperativa e mutualistica, che ha il nome di “Finanza Epica!” e che viene offerto gratuitamente alle BCC aderenti, per promuovere educazione finanziaria, con un taglio attento alla responsabilità dei giovani, nelle scuole secondarie superiori. Nell’ultimo anno scolastico abbiamo raggiunto oltre 14 mila studenti, in oltre 80 scuole. I moduli formativi riguardano l’economia civile, il risparmio e il budget personale, l’economia circolare, la monetica, le truffe. Per il prossimo anno scolastico avremo anche nuovi moduli sul gioco d’azzardo, le criptovalute ed i prestiti personali. E’ un progetto molto impegnativo e coinvolgente. Ma che consente di entrare in contatto diretto con migliaia di giovani che non conoscono affatto la cooperazione di credito e che scoprono in questo caso un approccio davvero differente all’economia.
Quali saranno, se ci saranno le novità per il prossimo anno scolastico, anche in considerazione del fatto che l’educazione finanziaria è ormai entrata nei programmi scolastici?
Oltre ai nuovi moduli di cui dicevo prima, stiamo costruendo una “app” appositamente pensata per gli studenti superiori nel quale il percorso delineato possa essere fruibile anche in momenti successivi alla lezione frontale, con documenti di approfondimento sui diversi temi. Certamente, il fatto che l’educazione finanziaria sia oggi una materia “curriculare” ha fatto sì che molti soggetti proponessero la propria offerta formativa e non sempre con standard adeguati. Il nostro obiettivo, rappresentando comunque un sistema di valore e di valori come il Credito Cooperativo, è quello di alzare ulteriormente l’asticella riguardo la qualità del “prodotto” e di identificarci sempre più come un soggetto che offre una educazione finanziaria non convenzionale. Il modulo sull’economia civile difatti pensiamo sia davvero un unicum in Italia. In questo modo il lavoro che facciamo spesso si compendia e si integra con quello dei docenti di storia, come di alte materie, che consente di offrire una visione di insieme dell’economia. Una materia che è davvero, come dice l’etimologia del termine, la cura della casa comune e non un meccanismo per fare soldi magari non preoccupandosi del come e degli effetti che questo può avere su altre persone. Soprattutto, è una materia strettamente condizionata dai momenti storici e culturali che si vivono e, pertanto, basata su regole che si possono cambiare se non mostrano più la loro efficacia.
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